BRANDBREAKFAST

Visione, sogno ed ascesa del brand leader del settore Digital. Insolita intervista a Roby Maestri, amministratore delegato.

Da qualche tempo sta facendo parlare di se la nuova agenzia pubblicitaria e di comunicazione instauratasi a Branderio. BrandBreakFast, la startup tutta Italiana destinata a rivoluzionare il mondo dell’Advertising.

Al centro della Riviera di Branderio, nel famoso building di cristallo di Corso Italia, nascono le nuove strategie della Comunicazione, della Pubblicità, della Grafica e del Marketing.

Ed è proprio qui, che con una tazza di buon caffè in mano, seduti su una confortevole poltrona di design in pelle, davanti alla scenografica parete di cristallo che si affaccia sulla Riviera, abbiamo incontrato ed intervistato Roby Maestri, l’eclettico amministratore delegato dell’azienda, colui che ha dato vita a BrandBreakFast, un personaggio del tutto singolare e fuori dagli schemi.

Maestri è un personaggio particolare, empatico, già dopo le prime battute sa metterti a tuo agio e l’idea è quella di stare con un amico di vecchia data, ma non è del tutto così, in realtà.

Detto ciò, superati i convenevoli, abbiamo iniziato la nostra intervista in modo del tutto informale per capire meglio chi avevamo davanti e per capire come gestisca la sua azienda da oltre 100 dipendenti, macinando successi su successi nel mondo dell’Advertising.

L’incontro

Il sole entra tiepido dalla vetrata, scaldando e riempiendo di luce dorata tutto l’Office, circa 200 mq di open space ultramoderni, dedicati esclusivamente a Maestri ed al suo ristretto pool di esperti e collaboratori, una sorta di loggia impenetrabile ed indecifrabile. E’ qui che lo incontriamo, il resto dell’azienda è sotto di noi, nei sotterranei, scavati day by day, a mani nude nella roccia, dai suoi dipendenti.

Prima di salire Roby ci ha fatto passare proprio da qui, perchè a suo dire “E’ bello godere i frutti dei propri traguardi, ma è bene non scordare mai da dove arriviamo, o dove addirittura potremmo finire: io passo di qui tutte le mattine e osservo queste persone che lavorano per me, guardali, li trovo grotteschi, ripugnanti… l’idea di fare la loro fine è così spaventosa da motivarmi sempre più nella scalata verso l’Olimpo, come si dice, la vita è fatta di scelte, sky is the limit my friend!”.

Così, di primo acchitto, potrebbe sembrare una frase buttata li, con la tipica arroganza frutto della new economy e della schiera dei nuovi imprenditori digitali che dominano la scena contemporanea. Proseguiamo con l’intervista, mentre lui controlla col palmare le quotazioni in borsa dei suoi titoli e con la mano ci fa distrattamente cenno di andare avanti.

Parlaci di BrandBreakFast, come nasce?

Posa il palmare sulle ginocchia, incrocia il mio sguardo e con un sibilo di voce inizia:”Mi domando se nel tuo cervello ci sia ancora qualche impulso, hai visto quegli esseri la sotto, mi ci vedi laggiù con loro? a contendermi le briciole della loro miserabile vita sfigata? io no, e se ci pensi bene, se ci pensi davvero bene, nemmeno tu lo vorresti. Ecco come nasce un’azienda: dalla paura di finirci dentro”.

Restiamo in silenzio fissandoci negli occhi, per qualche secondo, finchè non scoppia in una fragorosa risata alzandosi di scatto dalla poltrona. Il palmare scivola sul soffice tappeto tibetano mentre Roby si avvicina alla parete di vetro, dandomi le spalle e voltando lo sguardo verso il mare.

Posa la tazza di caffè su un tavolinetto e indica l’orizzonte. “La vedi? la vedi laggiù?” e muove la mano accompagnandosi con un ghigno “la vedi quella cazzo di isoletta laggiù?”.
Osservo il mare, la giornata è limpida e all’orizzonte si intravede una piccola lingua di sabbia emergere dalle acque, una sorta di atollo, un’isoletta larga meno di un chilometro, probabilmente l’Isola di Cavàri, una sorta di Costa Smeralda al largo di Branderio.
“Ho fatto i milioni, si, li ho, li possiedo, potrei farti vedere il mio conto in banca e ti ci vorrebbe un pò per contare tutti gli zeri, ma vuoi sapere una cosa? possiedo una barca di 35 metri, hai presente quanti cazzo sono 35 metri? io si, sono parcheggiati li, guarda”. Indica il porticciolo della Riviera, ad una quindicina di metri sotto di noi, dove è ormeggiato un magnifico yacht nero dalle rifiniture dorate. Una scaletta porta al ponte dove della servitù di colore sta preparando la tavola per il pranzo, adornando il tutto con fiori freschi e frutti esotici. Oltre la scaletta, la scritta “BREAK FAST”, il nome dello yacht, è perfettamente leggibile sin da quassù, facendo bene intendere il suo significato: la rapida scalata al successo.

“Stanno preparando il pranzo, sarei felice di condividerlo con te, ma aspetto degli ospiti, quindi non ti offenderai se dovremo rimandare”. Certo che no, rispondo io sentendomi in ogni caso onorato del pensiero, e aggiungo: perchè mi hai mostrato la tua barca? e quell’isola?

“Barca? io non vedo barche! quella non è una barca, quello è un cazzo di sogno, un fottutissimo sogno come tutti gli altri che ho realizzato! ma vuoi sapere un cosa?”

Qui si interrompe perchè gli trema la voce, non trova le parole, gli occhi gli si fanno lucidi. Respira e riprende: “Quella cazzo di barca non l’ho mai usata, su quell’isola di merda non ci sono mai stato! ci vanno tutti cazzo, anche mia moglie ogni tanto ci porta i piccoletti del cazzo, ma io no! io devo stare qui a rompermi i coglioni! e che cazzo di sogno è questo? è un fottuto incubo, non un sogno! com’è che tutti si divertono qui…” rimane un secondo in silenzio e mi fissa con un ghigno che ha qualcosa di inquietante… “Ti sto pigliando per il culo, Ahahahahahah!!!!!!”

Resto sgomento, non so che dire, ma lui prosegue: “Quella cazzo di isola è MIA e ci abito! quella bagnarola parcheggiata li sotto la uso per venire qui a controllare che quei subumani la sotto non mi facciano girare i coglioni. E se non c’è profitto, a fine giornata sono cazzi per tutti, qui saltano i tappi di champagne, e saltano pure le teste se non gira come deve, quindi è cosa saggia che tutti facciano il cazzo che dico io! Così nasce un’azienda a Branderio! come il leone mangia la gazzella, è normale. E’ tutto regolare signori, si tratta di avere fame, si tratta di desiderare il meglio, si tratta di, come dire, essere consci di stare ad un altro livello, e che cazzo, io ci sono, sono di un fottutissimo altro livello!”

A questo punto credo che sia sotto l’effetto di qualche sostanza, lo sguardo gli si è iniettato di sangue, ha un’espressione del tutto distorta, sovraeccitata ed ho paura per la mia stessa incolumità e quella del ragazzo che è con me che sta registrando.

“Amici miei, qui nascono strategie, qui è dove si fanno i milioni, quelli veri, non del Monopoli, non quelli che vedete nei film. Mi trovate arrogante? mi trovate cattivo? No, sono solo “migliore di voi” e questo vi spaventa, vi fa paura. Ma vi dico una cosa, per governare questo mondo, ad ogni livello è necessaria una buona dose di cattiveria, di arroganza, talvolta anche di violenza, proporzionata al livello in cui ci si trova. Non si sono mai viste gazzelle cacciare leoni, ci avete fatto caso?”

E’ chiaro, sono di fronte ad un genio, la sua mente non è contorta, ma tuttaltro, la sua visione è molto, molto più chiara della mia e di colpo capisco che non siamo sullo stesso piano, non siamo vecchi amici, questo dialogo, così schietto, è solo il suo modo di tradurre concetti complicati in modo che io, nella mia semplicità, li riesca a comprendere, ma dentro di lui c’è molto, molto di più.

A questo punto, mentre mi osserva sorridendo, riprende la tazza e si volta di nuovo verso il mare, in silenzio. La lezione mi è arrivata chiara e limpida, come un pugno in faccia. Non mi sento più di continuare l’intervista, mi sentirei davvero in imbarazzo, mi ero preparato una scaletta di domande che magari riporterò al suo segretario più avanti. Vorrei scusarmi con lui per aver avuto la presunzione di essere al suo livello, per qualche minuto, ma le parole mi restano in gola, vorrei essere altrove, mi sento troppo piccolo e nella mente c’è ormai un turbinio di pensieri confusi, attorcigliati, da cui non riesco ad uscire e con qualche convenevole riesco a congedarmi.

Lui è perfettamente conscio del mio stato d’animo, e senza voltarsi aggiunge “Ti farò contattare dal mio segretario, potrai chiedere a lui tutto ciò che vorrai, chiudi la porta uscendo”.

Raccogliamo le nostre borse in silenzio, ciò che portiamo a casa non è certo una delle migliori interviste, ma senza dubbio la lezione che abbiamo imparato vale molto, molto di più: non siamo tutti uguali, non siamo tutti sullo stesso livello, non si tratta di soldi, ma di indole, personalità, carisma, fuoco che brucia nelle vene piuttosto che acqua tiepida. I risultati non sono colpi di fortuna, ma frutto della passione, tenacia, determinazione e fame, quella interiore che ci fa lottare e combattere fino allo stremo, fino alla fine, fino al successo.

Ufficio Stampa – Comune di Branderio

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